Sindrome da conflitto e cuffia

Cosa è la tendinopatia calcifica della spalla?

La tendinopatia calcifica della spalla è una condizione in cui si formano depositi di calcio nei tendini della cuffia dei rotatori, in particolare nel tendine del sovraspinato. Questa condizione può causare dolore e limitare la mobilità della spalla. È più comune tra i 30 e i 50 anni e si ritiene che sia legata a processi degenerativi e alla risposta del tendine a microtraumi ripetuti.
Il processo di formazione della calcificazione è caratterizzato da uno stadio iniziale, in cui avvengono dei cambiamenti cellulari a livello del tendine per cui si ha la formazione di cristalli di calcio, ed un successivo stadio di riassorbimento della calcificazione che avviene in tempi diversi e molto variabili.

Quale è la causa della formazione di depositi di calcio nella spalla?

La formazione di depositi di calcio nella spalla, nota come tendinopatia calcifica, è una condizione multifattoriale. Si presenta comunemente nelle persone di età compresa tra 30 e 50 anni, ed è spesso osservata in individui che praticano sport o attività lavorative che richiedono movimenti ripetitivi della spalla. La causa esatta non è completamente compresa, ma diversi fattori sembrano contribuire:

  • Processi degenerativi: i tendini della cuffia dei rotatori possono subire un processo degenerativo con l’età, che rende i tendini più suscettibili alla calcificazione.
  • Microtraumi ripetuti: attività che comportano movimenti ripetitivi della spalla, come sollevamento pesi, nuoto o lavori manuali, possono causare microtraumi ai tendini. Questi microtraumi possono innescare una risposta infiammatoria che porta alla deposizione di calcio.
  • Alterazioni del flusso sanguigno: riduzioni del flusso sanguigno ai tendini possono causare ipossia (mancanza di ossigeno), che può contribuire alla degenerazione del tendine e alla formazione di depositi di calcio.
  • Squilibri metabolici: alcuni studi suggeriscono che squilibri nei livelli di calcio e fosforo nel corpo possono predisporre alla calcificazione dei tendini.
  • Reazioni infiammatorie: l’infiammazione locale nei tendini può portare a cambiamenti nel tessuto tendineo, favorendo la deposizione di calcio come parte del processo di guarigione o riparazione.
  • Predisposizione genetica: vi è anche la possibilità che alcune persone abbiano una predisposizione genetica alla tendinopatia calcifica, sebbene questa associazione non sia ancora del tutto chiarita.

Quali sono i sintomi tipici in caso di tendinopatia calcifica?

La presenza di minimi depositi calcifici dei tendini della spalla è relativamente molto frequente. Se le calcificazioni non aumentano eccessivamente di dimensione o si infiammano, gran parte dei pazienti rimangono asintomatici. Tuttavia, specialmente durante la fase di riassorbimento, i depositi di calcio possono innescare dei severi stati infiammatori locali con una sintomatologia acuta estremamente invalidante.
I sintomi tipici della tendinopatia calcifica della spalla includono:

  • Dolore acuto: il dolore è spesso localizzato nella parte anteriore o laterale della spalla e può irradiarsi lungo il braccio. Il dolore può essere particolarmente intenso durante i movimenti della spalla.
  • Rigidità: difficoltà a muovere la spalla, specialmente nei movimenti sopra la testa o dietro la schiena, a causa del dolore e dell’infiammazione. Dolore notturno: il dolore tende a peggiorare di notte, rendendo difficile trovare una posizione comoda per dormire e disturbando il sonno.
  • Debolezza: riduzione della forza nella spalla e nel braccio, che può rendere difficili le attività quotidiane come sollevare oggetti o vestirsi.
  • Gonfiore: la spalla può essere gonfia e sensibile al tatto a causa dell’infiammazione dei tendini e dei tessuti circostanti.
  • I sintomi della tendinopatia calcifica possono variare in intensità e durata, a seconda della fase della tendinopatia calcifica e dell’entità della calcificazione.

Come si esegue la diagnosi in caso di tendinopatia calcifica?

La storia clinica del paziente, concentrandosi sul dolore e sulla funzionalità della spalla, e un esame fisico specifico sono fondamentali per un iniziale inquadramento diagnostico. Un esame radiografico standard è l’esame di scelta nella tendinopatia calcifica di spalla. Le proiezioni indicate sono antero-posteriore vera di spalla con il braccio in rotazione neutra, esterna ed interna, assiale e la proiezione Y di scapola o di Lamy in modo da poter ben stabilire l’entità, le dimensioni e la localizzazione della calcificazione. Anche l’ecografia può essere utilizzata per conferma diagnostica o per approfondire il deposito di calcio; è soprattutto utile se associata ad eventuale lavaggio ecoguidato percutaneo (o litoclasia), che può essere indicato in determinati casi specifici.
Esami di secondo livello come la risonanza magnetica (RMN) o la TAC non sono solitamente indicati. Possono essere richiesti per valutare in modo più accurato lo stato dei tendini della cuffia dei rotatori o per definire l’estensione della calcificazione.

I depositi di calcio possono creare danni alla spalla?

In generale, la tendinopatia calcifica è una patologia benigna con risoluzione spontanea che può avvenire con tempistiche molto variabili e difficilmente prevedibili. Talvolta, superata la fase di riassorbimento della calcificazione, alcuni depositi di dimensioni elevate possono determinare la progressiva erosione di uno o più tendini della cuffia dei rotatori. Nel caso in cui, superata la fase dolorosa, dovessero permanere sintomi correlati all’insufficienza tendinea, quali deficit di forza e perdita del movimento, è possibile intervenire per riparare i tendini lesionati (vedi pagina conflitto subacromiale e patologie della cuffia dei rotatori)

Quale è il trattamento in caso di tendinopatia calcifica?

La tendinopatia calcifica della spalla è una patologia benigna con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi. Tuttavia, soprattutto durante le fasi infiammatorie, la sintomatologia può essere molto invalidante con severa compromissione della qualità di vita. Per questo motivo, spesso si richiede un trattamento medico che può variare a seconda della gravità dei sintomi, della risposta del paziente alle terapie iniziali e può essere conservativo, interventistico o chirurgico. Il trattamento conservativo è solitamente il trattamento primario nella maggior parte dei casi e prevede in prima istanza riposo e modifica delle attività, terapie fisiche, ghiaccio e farmaci come antidolorifici o antinfiammatori per ridurre il dolore e l’infiammazione; superata la fase dolorosa acuta, la fisioterapia può essere iniziata eseguendo esercizi di stretching e tecniche di mobilizzazione articolare ed è fondamentale per ripristinare la piena funzionalità della spalla e prevenire recidive. Le infiltrazioni possono essere eseguite in determinati casi utilizzando prodotti come cortisone e anestetici soprattutto nelle fasi di dolore acuto e se i trattamenti iniziali non sono efficaci.
Trattamenti più propriamente interventistici includono:

  • Litotripsia Extracorporea a Onde d’Urto (ESWT): utilizzo di onde d’urto per rompere i depositi di calcio nei tendini e favorirne il riassorbimento. Questo trattamento non invasivo può ridurre il dolore e migliorare la funzione della spalla.
  • Lavaggio ed Aspirazione Percutanea: consiste in una procedura minimamente invasiva in cui un ago viene utilizzato per aspirare i depositi di calcio dai tendini sotto guida ecografica. La procedura deve essere eseguita previa preparazione di un campo sterile e da parte di medici specialisti

Il trattamento chirurgico prevede lo svuotamento calcifico in artroscopia ed è raramente indicato nella tendinopatia calcifica. Viene solitamente indicato nei casi refrattari ai trattamenti precedenti con assenza di segnali radiografici e clinici di progressione della patologia.

Consultare un medico specialista per una diagnosi accurata e discutere il piano di trattamento più appropriato è fondamentale per gestire efficacemente la tendinopatia calcifica della spalla.

In cosa consiste l’intervento di artroscopia per tendinopatia calcifica?

L’intervento di artroscopia in caso di depositi calcifici sintomatici è raramente indicato ed in genere riservato ai casi refrattari a trattamenti conservativi. L’approccio artroscopico prevede 3-4 piccole incisioni, viene eseguito in anestesia loco-regionale, o mista, e consiste nell’introduzione nella spalla di un artroscopio per visualizzare e rimuovere i depositi di calcio dai tendini, ed eventualmente suturare i tendini, nel caso in cui questo dovessero presentare lesioni a tutto spessore.